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09/02/2007
Categoria: Notizie
     
I pacs o così detti "Di.Co" stanno per essere inseriti nella nostra legislazione

NON POSSUMUS…. NON DEBEMUS

I pacs stanno per essere una realtà anche in Italia…!


E così, pur di rimanere ancora una volta ben saldi alla poltrona del … potere, si è stati capaci di giungere ad un altro odioso compromesso.
Gettando alle ortiche la coerenza della propria fede, mascherata dalla necessità che uno stato deve essere laico e quindi deve intervenire a regolamentare anche situazioni che con la Fede sono in totale contrasto, l’attuale governo italiano, composto anche di forze che si dichiarano cattoliche hanno dato vita ad un disegno di legge (per ora e speriamo non diventi legge) che consente le convivenze non solo fra persone di sesso diverso, ma anche e soprattutto – dello stesso sesso, legate fra loro da vincoli di … affetto.
Mi sembra di rivivere i giorni della legge sul divorzio, i giorni della legge sull’abominio dell’aborto, quelli della legge sulla procreazione assistita.
Ora, siamo più o meno ai cosiddetti PACS … ! poi saremo pronti per l’eutanasia (di cui in verità già stiamo ampiamente discutendo).
Ciò che più mi addolora è sentire un ministro che pubblicamente si proclama cattolico e fa riferimento alla propria fede, per proclamare come VALORI le convivenze, non solo fra uomini e donne – che già è tanto – ma anche ed essenzialmente fra persone dello stesso sesso, anzi espressamente fra gay.
E tutto per tener fede ad un patto elettorale scellerato che vede alcuni gruppi di cattolici i quali, pur di giungere e restare al governo, hanno accolto l’adesione, anzi l’unione con gruppi politici che con la Chiesa, con la fede e con tutti i nostri più sacrosanti valori, sono agli antipodi. Ed ora stanno attuando le loro convinzioni facendole passare come necessità di tutti.
Proprio ieri sera, a poche ore dalla emissione del disegno di legge sulle unioni civili, questo ministro ha proclamato chiaramente che il suo gruppo di governo ha inteso garantire diritti e doveri per la convivenza gay, ritenendo che anche questa sia un valore.
Orbene facciamo chiarezza.
Uno dei valori sacrosanti, imprescindibili, fondamentali della fede cristiana cattolica ed apostolica è la FAMIGLIA fondata sul Matrimonio come sacramento, fra un uomo ed una donna, finalizzata alla reciproca accoglienza ed al reciproco amore, nonché alla pro-creazione di nuove vite nella generosa partecipazione all’opera del Creatore.
Ogni altra forma di pseudo-vita-familiare, per la Chiesa, è da ritenersi contro la morale, contro l’etica, contro la natura.
La convivenza di due persone fuori del matrimonio - la stragrande maggioranza dei quali non starà certo assieme solo per mutua assistenza o cantar lodi o recitar rosari… - è contro questi valori.
La convivenza di persone legate già da altri rapporti matrimoniali con altre persone, è per noi:
A D U L T E R I O. Non dimentichiamolo! Non sarà più reato per la legge italiana, ma per la nostra fede e la nostra dottrina è peccato gravissimo!
Giovanni il Battista, il Precursore, ci ha rimesso la testa per affermare questa verità, questo valore: e addirittura prima ancora che Cristo stesso lo sancisse in maniera definitiva.
La convivenza di due maschi o di due donne, che sfrontatamente intendono manifestare alla collettività il loro essere gay (al di là e prescindendo dalle forme patologiche di tale condizione), è CONTRO NATURA ed è contro la nostra morale.
Compito di noi, che gridiamo, ai quattro venti e così fortemente, di essere cristiani, è quello di PROCLAMARE questi che sono invece sì dei grandi VALORI, e a gran voce.
Noi cristiani abbiamo il sacrosanto dovere di far sì che la legge, benché debba tutelare l’interesse comune, non possa essere sì avulsa o contraria alla legge costituzionale, ma nemmeno alla legge divina o naturale in cui crediamo.
Noi dobbiamo far sì che le nostre leggi siano impregnate dei valori in cui realmente dobbiamo credere, in virtù della coerenza alla nostra fede.
Anche a costo della nostra vita, come Giovanni il Precursore. Ma Pannella proprio non ci ha insegnato niente? Forse che solo lui sa fare il digiuno (!?) per costringere una governo ad emettere certi provvedimenti? E noi? Cosa sappiamo fare?
Stiamo bene attenti a ciò che è necessario fare: adoperiamoci, ciascuno nel proprio ambito e con le proprie capacità, perché in linea con i nostri Vescovi, proclamiamo il nostro NON POSSUMUS, evitando di farci coinvolgere subdolamente, come accadde per il divorzio e per l’aborto, in discorsi del tipo: tanto noi non dobbiamo farlo…! E poi invece….
Proclamiamo il nostro NON DEBEMUS: n-o-n do-b-b-i-a-m-o !
Dobbiamo avere il coraggio e la forza di manifestare e testimoniare a gran voce il nostro credo e dobbiamo far sì che usciamo dal nostro mutismo, dalla nostra indifferenza, per proclamare i nostri VALORI ed essere determinanti affinché i nostri legislatori, i nostri rappresentanti al parlamento non portino a compimento lo scellerato disegno, che è radicalmente ad essi contrario.

Raffaele Preziuso





     
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