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28/05/2007 |
Categoria:
Notizie
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A proposito dei “Dico”e affini:
LA GRANDE BUGIA DELLA “LAICITA’” DELLO STATO
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Il discorso sulla presunta “laicità” delle coppie di fatto in contrapposizione alla “cattolicità” del vincolo matrimoniale parte da lontano. La Chiesa è il grande tormento dei non credenti o degli agnostici i quali cercano ogni mezzo per denigrare la Chiesa di Cristo e mirare al suo disfacimento. Innumerevoli volte nella storia bimillenaria della Chiesa i cristiani sono stati ritenuti responsabili di cose che non avevano mai pensato nè fatte, al solo scopo di costituirli capri espiatori di comportamenti altrui con il fine inconfessato ma evidente di distruggere una religione scomoda. I tempi cambiano, i costumi si rinnovano, ma la Chiesa rimane sempre l’obiettivo da tenere a freno e da colpire alla prima occasione propizia. Adesso è il momento delle coppie di fatto, nel senso che per giustificare la legittimità di una iniziativa legislativa che ogni persona di buon senso (non occorre essere giuristi) non può non ritenere un assurdo giuridico, si accusa la Chiesa di intromissione negli affari dello Stato e si rivendica allo Stato il diritto di legiferare in virtù del principio della laicità dello Stato. A proposito della legalizzazione delle coppie di fatto la Chiesa non fa un discorso confessionale, fa un discorso di civiltà perfettamente coerente con il diritto naturale e con la laicità dello Stato. Si legge nel documento della CEI del 28.3.2007. “Siamo convinti, insieme con moltissimi altri, anche non credenti, del valore rappresentato dalla famiglia per la crescita delle persone e della società intera”. Dunque la Chiesa invoca un principio che affonda le sue radici nel diritto naturale e che la Costituzione italiana ha codificato con l’art. 29. La laicità dello Stato, conclamata e rivendicata in contrapposizione ad una presunta ingerenza confessionale della Chiesa, non è che un miserabile paravento del quale il legislatore si serve per giustificare a se stesso una legge che contrasta proprio con il dettato della Carta costituzionale e per colpire la Chiesa. Ecco la grande bugia della “laicità” dello Stato . Quanto al disegno di legge sui “Dico” vi è una considerazione di carattere generale ed assorbente. Un succedaneo della famiglia non è concepibile; perchè contrario al dritto naturale e perchè contrario al dettato costituzionale. Infatti quando si risconoscono ai conviventi “di fatto” diritti e doveri che sono propri del matrimonio, come i diritti successori, previdenziali e quant’altro, si crea una famiglia di serie B peraltro riconosciuta a persone che rifiutano a priori di assumersi le proprie responsabilità. La irrisione dei fautori delle coppie di fatto per l’atto di matrimonio, considerato un inutile “pezzo di carta”, significa rifiuto dell’Ordinamento dello Stato; e chi rifiuta la legalità non può pretendere di essere tutelato dalla legge che egli stesso rifiuta.. Marcello Prignano
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