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07/06/2007
Categoria: Pastorale Familiare
     
TV - DISCERNIMENTO e PRUDENZA: dove sono?

 


TV - DISCERNIMENTO e PRUDENZA: dove sono?
In molti, ma non me lo auguro, avranno avuto la curiosità di vedere la trasmissione, mandata in onda sulla rete nazionale televisiva da quel ben noto conduttore, peraltro in prima serata, sulla pedofilia dei sacerdoti.
Mai come in questo caso mi sono accorto che ad alcune persone manca il dono del discernimento!
E' ovvio che il problema esiste e non ci si può nascondere dietro il dito: ma offrirlo così al pubblico ... ludibrio, peraltro con un servizio realizzato in un'altra parte del mondo sempre oggetto – sotto altri aspetti – di condanna e critica, mi pare che si sia andato ben oltre la semplice trasmissione di una notizia.
C'è un progetto, al di là delle apparenze, ormai non più occulto, se non agli sciocchi o a chi, appunto, non sa usare il dono del discernimento.
Tre sono i messaggi che – a sentire il commento a caldo della gente – sono passati:
a) il problema c'è ;
b) i Vescovi non fanno nulla per “condannare”, a non si sa bene quali pene, i sacerdoti colpevoli;
c) non si debbono più mandare i bambini in chiesa e men che mai a seguire i corsi di catechismo.
Se per i primi due punti la riflessione conseguente può essere anche semplice, per il terzo invece la cosa appare davvero pericolosa, perché oltretutto esso è passato in maniera subdola.
Infatti è un disegno chiaro, ha una finalità specifica, in linea con il pensiero anticlericale, anticattolico, relativista, materialista: allontanare i bambini, e quindi i giovani di domani, dalla formazione e dalla cultura cristiana!
Attenti dunque, ancora una volta c'è chi rema contro ed in maniera palesemente ambigua e capziosa!
Anche se si è voluta dare la parvenza della presenza di un difensore di ufficio, in persona di un esperto sacerdote, i messaggi inviati, e che io stesso ho avuto modo di percepire nel comune senso degli ascoltatori, sono stati quelli appena analizzati.
Io penso che l'attento lettore o telespettatore non debba farsi abbindolare; c'è modo e modo di presentare tali realtà; c'è la prudenza che va adottata sia dai programmatori che dagli ascoltatori nella scelta dei programmi.
Abbiamo assistito a tanti processi mediatici su argomenti similari, con prese di posizione da una e dall'altra parte, in difesa dell'una e dell'altra posizione, per concludere che i processi alle persone, specie su fenomeni isolati e particolarmente lontani dalla nostra cultura più vicina, non possono essere celebrati in uno studio televisivo, quasi che essi abbiano una dimensione universale.
E' necessario quindi che prendiamo reale coscienza di quelli che sono i messaggi subliminali che si vogliono far passare, ponendo all'attenzione della gente situazioni e realtà che dovrebbero essere coperte dal massimo del riserbo e trattate con la massima serietà.
Attenti dunque, lettori e telespettatori: cerchiamo di saper scegliere i programmi da vedere. Lasciamo da parte la curiosità: facciamo sì che si abbassino gli shares, così che chi gestisce l'economia mediatica metta al bando i nemici della nostra fede e della nostra tradizione cristiana. Cerchiamo di saper bene utilizzare il discernimento.
R.P.
P.S. - Io, come tanti di voialtri, sono cresciuto, sin dall'età di cinque anni, alla scuola di tantissimi frati, sacerdoti, suore; ho avuto loro per maestri di vita e posso giurare di non essere mai stato molestato da nessuno: né da piccolissimo, né da giovane, né da adulto.
Quanti hanno vissuto come me simili positive esperienze?
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