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21/07/2007
Categoria: Notizie
     
Dai DICO ai … CUS: CAMBIANO alcuni FATTORI, ma non il PRODOTTO…!

 


Dai DICO ai … CUS: CAMBIANO alcuni FATTORI,
ma non il PRODOTTO…!

Si rischia davvero e di nuovo di creare una Famiglia di serie B.
Il pericolo non è passato.
Certo il Family Day ha gridato il suo NO inequivocabile ai DICO, ora si passa però ai C.U.S. (Contratti di Unione Solidale).
Dalla proposta di legge delle Donne al Governo (Bindi-Pollastrini), messa ormai da parte, si passa ora a quella degli Uomini in Parlamento (Salvi-Biondi).
Si cambiano alcune parole, si mutano alcuni concetti, ma il senso della cosa non cambia.
Si vuole ad ogni costo creare una specie di famiglia alternativa a quella naturale.
Sotto il clamore della cosiddetta laicità dello stato, si vuol pur sempre portare a scardinare non solo la famiglia cristiana, confessionale, ma anche quella naturale, fondata sul “diritto naturale”.
Anche la più recente proposta parlamentare ha tantissimi punti critici su cui è bene discutere, sperando che non la si faccia passare con qualche colpo di mano, in periodo di ferie o di calo di attenzione di quanti sono piuttosto presi da un meritato periodo di riposo.
Infatti: mentre da un alto sembra che si voglia mantenere i CUS nell’ambito dei diritti privati dei contraenti, dall’altro si passa a prevedere il ruolo del Giudice di Pace e di un Registro ad esso affidato, sì che gli stessi rientreranno, per la finestra, negli atti di interesse pubblico: ed è così che si finisce per ri-creare la figura della famiglia di serie B.
Ma la cosa che più preoccupa è che ancora una volta questi CUS non vengono definiti nei loro contenuti.
La proposta si sforza di definire con puntigliosità i diritti delle parti contraenti, mentre fa riferimento solo a generici e non meglio qualificati o precisati doveri.
Così che ciascuno poi potrà riempire il contratto con i significati – con i conseguenti e più liberi diritti e doveri - che più gli saranno graditi.
Diritti e doveri, poi, modificabili in ogni momento ed anche unilateralmente, a discapito del soggetto più debole.
Infatti il contratto potrà essere sciolto per comune accordo ovvero per decisione unilaterale di uno dei contraenti.
Ancora una volta quindi siamo di fronte al tentativo di dover pagare il conto a chi ha preteso che nel corso di questa legislatura si dovrà ad ogni costo dare una nuova spallata a coloro che della laicità dello stato hanno un concetto molto diverso, non sicuramente anticlericale e men che mai anticonfessionale.
Ci auguriamo che l’incontro del Forum delle Associazioni Familiari con la Commissione del Senato dia frutti positivi con un dibattito sereno e costruttivo.
Altrimenti… prepariamoci ad un nuovo Family Day, per far sì che il Parlamento, che rappresenta anche noi e la maggior parte di noi, dia ascolto anche e soprattutto alle maggioranze, pur nel rispetto delle minoranze, senza però farsi soggiogare o ricattare ( il che è peggio) da queste!
R.P.




     
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