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16/10/2007 |
Categoria:
Consulente Familiare
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LA PRIMIPARA
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SITUAZIONE
Serena è molto agitata, piange facilmente e dimostra tratti di aggressività. Gerardo ed Evelina hanno chiesto pareri a parenti e vicini per capire, ma non hanno risolto il problema. Si decidoni, allora di consultare qualche specialista. Vanno prima da un pediatra per capire se ci sono problemi fisici. Il medico osservando Serena, si rende conto che organicamente non c'è motivo di allarmarsi e propone di consultare uno psicologo esperto della prima infanzia.
LA STORIA
Gerardo ed Evelina sono due bravi ragazzi, pieni di buona volontà ed intenzioni, però non hanno ancora una piena maturazione umana, nè una preparazione conveniente al compito che si sono presi: realizzare e condurre una famiglia. Sono sposati e, soprattutto Evelina, hanno avuto molti aiuti pratici e concreti da coloro che le stavano vicini. Dopo tre mesi di matrimonio si annunzia una nascita Gerardo ed Evelina sono contentissimi, ma Gerardo non è all'altezza del compito e non sa gestire la situazione di Evelina e per falso pudore e inavvedutezza prende le distanze da lei. Quando nasce Serena c'è accettazione completa da parte di tutti e due, anzi Gerardo cerca di essere utile. Evelina riceve moltissime gratificazioni: visite, congratulazioni, regali, festa, interesse. Tutte queete eventualità dopo poco finiscono ed ella si trova quasi sola e tra le braccia la sua binìmba da nutrire, curare e sostenere. Ella si sente abbandonata a se stessa; non ha più il lavoro, che ha dovuto sospendere momentaneamente per l'evento, non sente più il sostegno che inizialmente ha avuto da tutti, ma, che poi, si sono ritirati. Il marito, dopo i primi aiuti, ha creduto che fosse esclusivo compito della moglie e si è messo da parte. Evelina si è ripiegata su ses tessa ed è caduta in depressione, anche se a volte si riprende e si dedica ad oltranza alla figlia. Ciò influisce psicologicamente sul comportamento di Serena, che esige una mamma sia in senso fisico, che psichico, ma anche di non essere assalita da ossessività. Serena sta reagendo alla mancanza di un sostegno essenziale: sentirsi parte integrante di Evelina e non sentirsi ossessionata dalla nevrosi materna.
CONSIDERAZIONI PSICOLOGICHE
Il neonato durante l'arco di quasi un anno ha bisogno della vicinanza stabile della madre o di chi per essa. Egli, a parte il nutrimento, che riceve direttamente dlla madre, sente la necessità della vicinanza e, quindi, del calore fisico ed affettivo. Ma alcune mamme, soprattutto le primipare, si dedicano con eccesso al loro primo nato, allora questi sente per la madre un attaccamento come rifugio, dove attingere conforto e consolazione. Ma un comportamento ambiguo della madre fa arrivare al figlio un doppio messaggio: accettazione e allontanamento. Ciò provoca la crisi attraverso richieste emotive -verbali (pianto, grida ecc...)
STATO DEL NEONATO
Il neonato trova nella madre, o in chi per essa, la piattaforma per esplorare, mettersi a contatto con il mondo che lo circonda. Non avendo ancora una sua identità, cerca nell'identità della madre il veicolo per raggiungere, mettersi a contatto con il mondo. Egli, anche se in maniera non cosciente, ma attraverso le emozioni, tasta lo stato emotivo della madre e reagisce di conseguenza. Ma acconato a ciò vi sono le ingerenze di coloro che circondano la madre. Essi, volendo o non, agiscono sul comportamento della mammma. Allora, se ella non è abbastanza unifornme nel relazionarsi al figlio, crea disagio, che produce risposte dal sapore di richieste di aiuto. Un altro elemento importante è che occorre rendersi mediatore tra il mondo e il bambino, ma è anche utile e necessario che egli avverta una certa autonomia, concessagli per le sue esplorazioni.
ATTEGGIAMENTO DEI GENITORI
Perciò la madre e i genitori sarammo disponibili a creare diversità secondo le richieste del figlio. Ciò non significa viziarlo, ama cogliere il bisogno del momento per adattarlo alla uniformità di base. In questo caso il bambino si sente sostenuto, ma nello stesso tempo posto innanzi ad aperture che gli evitano di stereotipare i comportamenti e occupazioni ossessive. Una madre così è come la via maestra, attraverso la quale passano tutte le informazioni, ma con la posssibilità di essere trasformate. Solo così avviene una crescita graduale, che porterà il bambino a poco a poco alla propria identità di essere e di genere, cioè riconoscersi come essere umano , maschio o femmina.
CONSIDERAZIONI GENERALI
E' importante fare un'altra considerazione. Una giovane mamma avrà potuto subire il fascino delle immagini passate attraverso i mass- media, e ha in sè delle aspettative. La realtà le risponde in maniera inadeguata alle fantasie che si era fatte. Potrà avere atteggiamenti di delusione, che certamente si riversano sul figlio. Oppure l'idealizzazione dei modelli di moda, che non si verificano, la fanno sentire in genere inferiore alle altre. Anche questo atteggiamento porta al sentimento di carenza di aspettative e perciò a una situazione deprimente. O, anche, ella potrebbe essere una donna perfezionista e, come cerca il più perfetto in lei, così si sforza di attuarlo nel figlio. Egli si sente oppresso e reagisce o strepitando, o chiudendosi alla realtà-madre. Così il bambino intollerante a queste frustrazioni si ripiega fortemente su di sè, mettendosi in una situazione narcisitica molto pericolosa.
RISPOSTA
Valgono le attenzioni, il conoscere determinati meccanismi psicologici, occorre attenzione. L'ingrediente che funzione a perfezione è l'amore. Se la madre ha un corretto amore per se stessa, più facilmente amerà il figlio con un atteggiamento libero del dono di sè. Il bambino avvertirà questo fluido e istintivamente lo riconsegnerà alla madre. P. Domenico Correra S.J. da Consultorio Familiare Giovani -Napoli
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