La CONSULENZA FAMILIARE si occupa delle problematiche della coppia, delle motivazioni che rendono intollerabile la convivenza o hanno causato la separazione; la stessa, riattivando la comunicazione, può esperire un effetto positivo indiretto su gli ex partner che possono riscoprire le proprie risorse e sentirsi più sicuri ed una diminuzione di rabbia e sofferenza. Nella consulenza, quindi, prevale l'attenzione alla dimensione affettiva ed emotiva che si concretizza nell'obiettivo stipulato tra cliente e consulente.
L'intervento consulenziale inizia con la prevenzione ed ha come obiettivo il benessere della persona e della coppia. Pertanto non si rivolge solo alla coppia separata o in via di separazione, ma alla coppia in generale; al singolo individuo in difficoltà (difficoltà di adattamento, disarmonie della personalità, conflitti adolescenziali), alla coppia (paternità e maternità responsabile, sostegno ai neo genitori, comunicazione interpersonale), alla famiglia (rapporto genitori-figli, ruolo dei genitore, adozione, inserimento sociale).


La MEDIAZIONE FAMILIARE è un percorso strutturato finalizzato alla riorganizzazione delle relazioni familiari, rivolto perciò a genitori separati, in via di separazione o in fase di divorzio, che manifestano difficoltà a trovare un accordo per esercitare la responsabilità genitoriale e si caratterizza per il suo obiettivo concreto, di natura pragmatica, all'interno dei programma di separazione, pur con un implicito obiettivo relazionale.
Ne deriva un accordo durevole e accettabile che tiene conto dei bisogni di ciascuno dei membri della famiglia (in particolare i figli), ed è formalizzato in un atto scritto che può essere sottoposto ai rispettivi avvocati.
La mediazione familiare non si occupa della consulenza alla famiglia nella sua complessità, concentrandosi sui problemi della separazione con modalità e tempistiche definite (massimo 12 incontri alla presenza di entrambi i genitori).

Pertanto, appare evidente la differenza tra l'approccio della consulenza e della mediazione familiare, l'una indirizzata alle situazioni di crisi coniugale o familiare, l'altra al raggiungimento di un accordo relativo alla salvaguardia della genitorialità.

Durante una mediazione, può accadere che i coniugi vogliano approfondire l'aspetto emotivo e capire i motivi dei fallimento dei loro rapporto; in questi casi è opportuno l'invio della coppia in consulenza familiare. Allo stesso modo, una consulenza alla coppia in crisi può necessitare anche dì una successiva mediazione familiare.

Di qui possiamo dare quindi una più chiara definizione alla figura professionale del consulente familiare.

Il CONSULENTE CONIUGALE E FAMILIARE è l'operatore sociale che, professionalmente, con metodiche specifiche, aiuta i singoli, la coppia, il nucleo familiare a mobilitare, nelle loro dinamiche relazionali, le risorse interne ed esterne per la soluzione dei problemi. La sua opera, se necessario, è integrata da interventi di altri specialisti.
Il consulente agisce nel rispetto delle convinzioni etiche dell'utente e ne favorisce la maturazione che lo rende capace di scelte autonome e responsabili.

In definitiva - ha detto in questi giorni P. Luciano Cupia, nostro squisito ed insostituibile maestro: “La Consulenza Familiare è l’arte della relazione. È l’arte di aiutare l’altro, attraverso la nostra “empatia di calore”, a prendere coscienza della propria relazione con se stesso, con il partner, con l’altro.”

r.p.