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03/05/2008
Categoria: Pastorale Familiare
     
IL GRUPPO DI S. PIO DECIMO RIFLETTE SUL CORSO DI FORMAZIONE DI PASTORALE FAMILIARE

 


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Domenica 2O.O4.2OO8 si è svolto l’ultimo incontro per operatori di pastorale familiare.Il tema questa volta era “La coppia di fronte alla sofferenza.”;sofferenza non intesa solo come malattia o morte.Infatti si pensa subito a questi due eventi tragici,ma in realtà molte altre sono le cause di sofferenza in una famiglia.La sofferenza è ciò che destabilizza la tranquillità familiare ed esistenziale,quest’ ultima si incrina quando ciò che la vita ci offre non coincide con quello che vogliamo.La sofferenza nasce in famiglia non per l’evento ,ma per lo stato emotivo con cui lo affrontiamo.La sofferenza è generata da quattro meccanismi:

1°-Non sapere di avere un problema che crea sofferenza agli altri

In questo frangente cercare di avere la sensibilità di capire che un nostro comportamento può creare sofferenza in famiglia;avere quindi l’umiltà di cercare di cambiare..

2°-Non saper distinguere i veri bisogni dai desideri.

E’ necessario sapere quali sono i nostri veri bisogni in ambito familiare.Soddisfare un bisogno non equivale a soddisfare un desiderio.I desideri sono ideali che non si raggiungono che giustificano il nostro camminare verso qualcosa di non arrivatile.Un desiderio non soddisfatto crea in famiglia disagio,inquietudine e dubbi nel coniuge che può sentirsi anche in colpa.

S.Agostino diceva:”Desidera ciò che hai.”,infatti desiderare ciò che non si ha causa sofferenza.Questo breve scritto illumina sulle differenze tra i bisogni e i desideri:

Col denaro puoi comprare il letto ma non il sonno.

Col denaro puoi comprare il libro ma non l’intelligenza.

Col denaro puoi comprare il lusso ma non la bellezza.

Col denaro puoi comprare la casa ma non l’amore familiare.

Col denaro puoi comprare la medicina ma non la salute.

Col denaro puoi comprare la convivenza ma non l’amore.

Col denaro puoi comprare il divertimento non la felicità.

Col denaro puoi comprare il crocifisso ma non la fede

Col denaro puoi comprare il posto al cimitero ma non in paradiso.

Attenzione quindi affinché i desideri non opprimano i veri bisogni.I nostri bisogni inoltre vanno potati in base alle necessità familiari;se c’è un urgenza,armarsi di santa pazienza e far passare in secondo piano il nostro bisogno momentaneo.

3°-Non avere l’umiltà di chiedere aiuto quando si avverte un bisogno in ambito familiare.

Non pensare che se una persona ci ama deve capire ciò di cui abbiamo bisogno.La linea affettiva è diversa da quella dei bisogni,peggio ancora è affermare di non avere bisogno di nessuno,questa è arroganza.Si comincia a morire quando non si riconoscono i bisogni che il coniuge umilmente ci ha esposo

4°-Pensare di risolvere un problema una volta per tutte.
Ciò non è possibile,il problema va affrontato al momento,ma non per questo non si presenterà nuovamente.Leggere il problema nella chiave del QUI ED ORA.
Il qui ed ora, il vivere il presente è fondamentale per non soffrire.Alessandro Dumas diceva:”Incomincia con l’ammirare ciò che Dio ti mostra,e non ti affannare a cercare quello che Lui ti nasconde”.Quindi ammirare il presente perché dono di Dio,che ci porta a non avere difficoltà nel pensare al futuro(per noi cristiani Gesù risorto)Vivere nel passato e/o nel futuro crea dolore;vivere nel presente rende felici.Non vivere il qui ed ora porta sofferenza in famiglia e ci fa avere continui rimpianti(spesso diciamo “Se tornassi a vivere…..farei oppure non farei….)Dio stesso ci invita a vivere il presente quando ci dice IO SONO e non Io ero oppure Io sarò .Se c’è sofferenza accettarla così come è e donarla a Dio,che non ci libera dalla sofferenza,ma ci protegge in essa.Non si può vivere senza dolore,neanche Dio ne è privo.Il profeta Isaia parla di Dio arrabbiato che non accetta il sacrificio degli animali,che non sopporta l’odore dell’incenso e la confusione dei fedeli nel tempio;Dio guarda altrove quando gli rivolgiamo preghiere;perchè tutto ciò è accompagnato dai nostri peccati.Per addolcire il dolore di Dio,basta imparare a fare del bene.La sofferenza entra in famiglia quando si reca dolore a Dio;anche offrirgli la nostra sofferenza ci riesce difficile.Infatti cinque sono le fasi da superare per donarla.:
1°-Rifiuto e negazione del fatto ,di ciò che è successo(Fase difensiva)
2°-Collera che ti porta ad accettare il fatto ,ma ad arrabbiarti contro chi può averlo indotto(Si dà la colpa al destino e a Dio)
3°-Patteggiamento che ci porta ad accettare ciò che è successo ,ma cerchiamo di fare qualcosa per recuperare (Si fa questo per sopravvivere)
4°-Depressione che ci fa capire che non c’è più niente da fare.Questa è la fase della riflessione in cui spesso si vive.
5°.Accettazione del fatto e donazione a Dio ,non arrivando a questa fase si soffre ancora di più.
Quando la sofferenza ,poi,è causata da una malattia,la coppia deve viverla in maniera empatica;il coniuge può capire cosa vuol dire soffrire ma non può sostituirsi all’altro.Può stringere la mano per dire più di così non posso fare,ma non deve calpestare il dolore dell’altro
Teresa Melillo Gruppo di spiritualità familiare S.Pio X




     
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