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22/04/2009
Categoria: Notizie
     
RIPENSARE I CONSULTORI FAMILIARI IN PUGLIA Bari 16-17 gennaio 2009 DOCUMENTO FINALE DELLA FEDERAZIONE CFC E UCIPEM DI PUGLIA

 
L'Assemblea della CFC Puglia con alcuni nostri rappresentanti


 


 


 


Gli operatori e gli amministratori dei diversi modelli di Consultori Familiari (CF) in Puglia, gli operatori dei servizi sociali comunali e dei piani sociali di zona, gli operatori della pastorale familiare, partecipanti al Corso residenziale di formazione "Ripensare i consultori familiari in Puglia ", svoltosi a Torre a Mare, il 16 e 17 gennaio 2009, al termine del percorso di studio, incentrato su relazioni e gruppi di lavoro, durante il quale sono stati sollecitati a confrontarsi tra loro al fine di conoscere e intercettare i nuovi bisogni della famiglia pugliese in cambiamento e tradurre in risposte concrete il proprio servizio da rendere nelle rispettive istituzioni di appartenenza concordano su quanto segue:

La famiglia è il soggetto dell'attività del CF, che si qualifica come servizio di base dedicato alle persone in relazione e in situazione, fortemente orientato alla prevenzione informazione ed educazione psico-socio-sanitaria, e "specializzato" per l'accompagnamento della famiglia lungo tutto il suo ciclo di vita.
Pertanto:
1. IL CF è un punto di riferimento per tutta la famiglia affinché possa realizzare i propri compiti istituzionali, rimodulando efficacemente i rapporti fra pubblico e privato, e fra tradizione e innovazione, che caratterizzano lo scenario regionale pugliese.
2. Il CF costituisce un nodo di organizzazione complessa del servizio di promozione e di assistenza alla famiglia e alla persona nella rete dei servizi regionali, secondo le finalità e le funzioni di cui alla Legge 405/75, L.R. 30/77 e L. 194/78.
3. Dopo trent'anni, per rispondere appieno ai bisogni di una famiglia in cambiamento morfogenetico, occorre "ripensare" il CF capitalizzando le esperienze maturate.
4. In linea con quanto emerso il 20 settembre 2007, nella Conferenza Unificata Stato-Regioni, si ritiene necessario:
•promuovere una maggiore ed effettiva integrazione tra le componenti sociale e sanitaria, nei programmi e nei metodi d'intervento dei CF;
•assicurare la multidisciplinarietà degli interventi, riconoscendo gli aspetti psicologici, etici, giuridici, sanitari ed educativi del servizio;
•abilitare i CF a svolgere funzioni di educazione permanente e mediazione familiare a favore delle coppie, della vita nascente e in atto, di sostegno ai genitori nei delicati momenti che precedono e seguono il parto, e di accompagnamento nel percorso di crescita e formazione dei figli;
•organizzare i CF in modo da diventare punti privilegiati di ascolto per le famiglie;
•facilitare l'accesso ai servizi;
•promuovere interventi di ascolto, sostegno e prevenzione della violenza sulle donne, sui minori e sui soggetti deboli all'interno delle famiglie;
°lavorare in più stretta collaborazione con l'autorità giudiziaria, allo scopo di snellire l'adozione e l'affido con interventi di qualità;
• potenziare i percorsi di accompagnamento per le famiglie che accolgono minori in adozione o in affido.

5. Il prendersi cura delle persone impone soluzioni di equilibrio tra le diverse esigenze dei soggetti che producono servizi sociali e socio-sanitari: i Comuni, le ASL, le Autorità giudiziarie, le Istituzioni scolastiche, i Servizi sociali comunali e di ambito territoriale, le Organizzazioni non profit e for profit, le strutture di accoglienza, gli operatori individuali remunerati e i volontari.
6. In assenza di indicazioni chiare ed esaurienti da parte del Piano regionale della Salute sulle modalità dell'auspicata integrazione fra i servizi locali, appare utile per gli operatori dei CF:
•incontrarsi e confrontarsi periodicamente con l'intento di far emergere funzioni e compiti specifici del Consultorio;
•lavorare per progetti definendo compiti, ruoli e funzioni di ciascuno, secondo l'ottica dell'intervento di rete;
•evidenziare e rafforzare l'attività specifica e peculiare del CF rispetto ad alcuni punti deboli nella realtà dei Servizi di ambito (es. la consulenza psicologica, etica, sociale, educativa; il sostegno alla neogenitorialità e alla genitorialità; gli spazi di ascolto dei minori; gli interventi informativi, formativi ed educativi sul territorio, ecc.);
•potenziare all'interno dei CF l'integrazione tra figure e competenze sanitarie e sociali, lavorando in équipe e promovendo l'integrazione con gli altri servizi pubblici e privati (i Servizi sociali comunali e di ambito, le Unità Operative territoriali di Psichiatria e di Neuropsichiatria infantile, le Unità Operative ospedaliere), con gli altri CF, con i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera scelta, nel rispetto delle specifiche autonomie e reciprocità. L'integrazione dovrà essere garantita dalla sottoscrizione di protocolli d'intesa, finalizzati alla realizzazione di azioni concrete.
7. E' necessario che gli amministratori conoscano meglio le esigenze degli operatori dei CF, il carattere relazionale e qualitativo del servizio alla persona, le difficoltà a standardizzare rigidamente le procedure di intervento. A questo riguardo, può risultare paradigmatica l'esperienza maturata all'interno dei CF gestiti dai privati (CFC e UCIPEM).
8. A loro volta gli operatori dei CF ritengono necessario orientare la propria attività in base tanto a parametri di efficacia delle tecniche di intervento, quanto a criteri di efficienza organizzativa, rafforzando le proprie capacità di analisi del processo di lavoro nel quale sono inseriti. In tal senso essi si rendono disponibili ad una verifica del loro lavoro, che tenga conto del rapporto tra bisogni degli utenti, prestazioni offerte, esiti ottenuti e risorse utilizzate (il tempo, gli spazi, le figure professionali impegnate, ecc.).
9. Il CF rivendica la sua vocazione ad occuparsi prioritariamente, anche se non esclusivamente, della famiglia sana nell'ottica della prevenzione, ritenendo residuale l'intervento da "pronto o primo soccorso" per le situazioni patologiche nelle relazioni di coppia e familiari, spesso incancrenite o irrimediabilmente sfilacciate. In questa prospettiva, risulta privilegiata l'offerta attiva di colloqui prematrimoniali sulle dinamiche relazionali, sulle fasi evolutive della famiglia e della vita di coppia, sulla fisiologia della riproduzione, sulla procreazione responsabile, sulla salute riproduttiva, sulla responsabilità genitoriale, sull'accertamento delle condizioni di rischio genetico e sulla diagnosi prenatale, con l'invio ai Servizi specifici.
10. Il CF si candida ad essere un concreto servizio di sostegno alla vita nascente e in atto e alla neogenitorialità (consulenza ai giovani che si preparano al matrimonio e alle giovani coppie, secondo quanto richiesto dall'art. 24, comma 6, L.R. 19 del 2006), anche per far fronte alle attuali emergenze educative. Vi è negli operatori dei CF la consapevolezza che le abilità legate alla relazione di coppia e al ruolo genitoriale non possano essere improvvisate, ma richiedono un serio processo di apprendimento e di preparazione.
11.Una particolare attenzione si ritiene debba essere riservata alla nascita del primo figlio, esperienza che costituisce un vero e proprio banco di prova per la coppia, che si riassesta ed è sollecitata a procedere a una nuova divisione dei compiti interni. A tanto potrebbero provvedere progetti come il "Percorso Nascita", o corsi di formazione pre- e post-natale del tipo "dalla coppia alla famiglia", il servizio di prevenzione del disagio infantile, adolescenziale e familiare, l'allestimento di spazi di incontro per mamme e papà per riflettere sulle esperienze di genitori; incontri di informazione e discussione su argomenti della prima infanzia; consulenze con pediatri e pedagogisti.
12. Il CF rivendica come propria la specifica competenza di promuovere azioni di accompagnamento alla relazionalità, affettività, sessualità e ai percorsi di scelta di vita degli adolescenti e dei giovani, mediante l'offerta attiva:
•di spazi adolescenti e giovani nel Consultorio;
•di incontri con genitori e docenti degli alunni:
•di sostegno, collaborazione e integrazione con i servizi sociali e sanitari del territorio, nei casi di disagio adolescenziale segnalato o individuato.
13. Il CF intende incrementare le attività di sostegno delle funzioni genitoriali nei casi di separazione e divorzio, mediante:
•interventi di sostegno psicologico, etico, sociale e pedagogico ai genitori separati o che intendono separarsi;
•disponibilità di interventi di consulenza e mediazione familiare, tesi a facilitare il ripristino della comunicazione fra i coniugi che, se non sono più tali, devono però continuare ad essere genitori;
•offerta di uno spazio neutro per i figli che si trovano in difficoltà nel rapportarsi ad uno dei genitori separati;
•incontri di gruppo per genitori separati;
•collaborazione con le Autorità giudiziarie.
14. Il CF si sente sollecitato dall'attuale quadro di dinamiche socio-culturali a:
•aumentare l'offerta attiva di ascolto, sostegno e prevenzione in relazione ai fenomeni di violenza e maltrattamenti in ambito familiare, in particolare quelli che coinvolgono le donne e iminori, in stretta collaborazione con i Servizi socio-sanitari del territorio;
•assicurare uno spazio specifico del Consultorio per gli immigrati
15. Visto il successo di questo Corso residenziale, la Federazione regionale CFC Puglia onlus assume l'impegno di costituire un gruppo permanente di ricerca con due obiettivi:
•monitorare il cambiamento in atto nella società, nelle famiglie e nelle istituzioni pugliesi;
•ricavare più appropriate e fondate direttrici di intervento nell'ambito dei servizi alla famiglia.

Nella duplice convinzione che i cambiamenti in atto nella famiglia pugliese esigano una ridefinizione della mission del CF, e che le sorti della Famiglia stiano a cuore agli Enti preposti, i corsisti qui convenuti chiedono l'apertura di un tavolo istituzionale di lavoro a vari livelli (regionale, provinciale e comunale) che riunisca i rappresentanti dei diversi operatori dei Servizi pubblici e del privato sociale per il confronto, il dibattito e la definizione delle linee attuative di quanto rappresentato in questo documento.
Con l'auspicio che ciò si verifichi a stretto giro di tempo, anche in vista delle prossime scadenze legate all'iter degli accreditamenti dei CF e come verifica della dichiarata disponibilità dei rappresentanti regionali (Assessore Gentile e Dirigente Longo), intervenuti a conclusione del percorso formativo,
si approva all'unanimità.

Bari, 17 gennaio 2009.




     
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