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29/08/2009 |
Categoria:
Consulente Familiare
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COPPIE IN CRISI O DIVORZIATE: QUALE RELAZIONE CON I FIGLI
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Famiglia in crisi
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Il dr. Piercarlo Pazè, ex magistrato, Direttore di "Minori e giustizia", ha parlato di Coppie in crisi o divorziate: quale relazione con i figli. In particolare ha sottolineato come nell'odierno diritto familiare italiano si è fatta strada faticosamente, la concezione per cui il bambino non è più una persona bisognosa di sostentamento e semplici attenzioni, ma un soggetto che ha diritto ad una vita armonica anche dopo la separazione dei genitori, destinatario di cura amorevole ma anche, e soprattutto di relazioni. In passato i Tribunali italiani, nello statuire le norme di comportamento delle coppie separate nella gestione della figli e della famiglia nel suo complesso, si sono preoccupati in primis di garantire una sicurezza materiale ed un controllo congiunto dei genitori sulla crescita dei figli e sulle opportunità da fornire loro, piuttosto che agevolare la prosecuzione armonica della vita familiare. La più recente disciplina normativa in materia di separazione ed affidamento dei figli (Legge 8 febbraio 2006, n. 54) ha stabilito che:"Anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale", appuntando l'attenzione sulla necessità di sviluppare nelle coppie di separati la consapevolezza che si è genitori sempre e che i figli devono continuare ad avere relazioni con ognuno dei genitori, come le avevano in precedenza. Con questi nuovi principi si è evoluto il concetto di affidamento e, in caso di separazione, si è passati dalla cura monogenitoriale, alla cura co-genitoriale dei figli. Assistiamo al tentativo di passaggio dalla responsabilità della crescita e dell'educazione dei figli a un solo genitore, di solito alla madre, alla responsabilità congiunta di entrambi i genitori. In passato esisteva addirittura un diritto di vigilanza sull'educazione impartita ai figli attribuito al genitore non affidatario. Una facoltà che consisteva nel controllare che l'affidatario effettuasse con diligenza il suo compito di educatore. Indubbiamente un diritto arcaico proveniente da un concetto obsoleto di separazione e di responsabilità dei genitori, che attribuiva a quello non affidatario da una parte la facoltà di controllo, spesso svuotata di contenuti e non utilizzata, e dall'altra la possibilità di chiamarsi fuori dall'educazione dei figli. Quantunque il diritto familiare si sia evoluto verso un concetto moderno di genitorialità e di rispetto delle esigenze del bambino, gli aspetti negativi di una separazione sono molteplici ed i rischi cui i figli vanno incontro dipendono molto dalle cause e dalle modalità della separazione. Spesso accade che il bambino viene utilizzato contro l'altro genitore, avvalendosene come alleato, parlando male dell'altro, cogliendo ogni occasione per sottolinearne le mancanze, piuttosto che sorvolare e rendere sempre accettabile al figlio la figura del genitore separato. In queste situazioni di crisi la funzione dei Consultori è importantissima, perché contribuisce a migliorare le relazioni neilla coppia. Una buona relazione, infatti, aiuta i genitori ad ascoltarsi al di là delle motivazioni della separazione, li aiuta ad avere relazioni adulte finalizzate alla crescita armonica dei figli, insegna loro a condividere la responsabilità delle scelte importanti. E ciò, possibilmente, senza produrre eccessive scosse nei figli, che già vivono una condizione di smarrimento e di grande sofferenza. (II° Parte, continua...)
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