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02/12/2010 |
Categoria:
Pastorale Familiare
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AVVENTO IN FAMIGLIA: UN SUSSIDIO PER VIERE L'AVVENTO
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l'Annunciazione del Beato Angelico
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IIPERSONAGGIO: ZACCARIA Non ho mai creduto che un uomo vecchio come me, po¬tesse perdere tutto d'un colpo la voce. Ma, con Dio, può accadere tutto! Ero al tempio per l'offerta. Mentre osservavo la nuvola d'incenso che si alzava, mi si presentò un angelo. "Tua moglie avrà un figlio e tu sarai padre!", mi disse. lo trasalii "Un figlio per me, ormai vecchio e per la mia donna sterile e avanzata negli anni?". Non gli volli credere, come potevo farlo? Era come se uno mi stesse dicendo "Dì a questo gelso, sradicati e piantati nel mare!". Non ho mai visto alberi in mare e tantomeno ero disposto ad essere il primo contadino ad operare l'impossibile. Mi voltai per uscire, ma la parola dell'angelo mi annunciò il mutismo. Sorrisi, continuando ad essere incredulo, ma una volta fuori, mi si incollò la lingua al palato e do¬vetti parlare a segni. È stato terribile abituarmi. Al mattino, carezzavo Elisabetta per augurarle il buon giorno e mi mancavano le parole, le avevo sì, ma rimanevano nella mia mente e nel mio cuore come pensieri inespressi. Mi sforzavo di parlarle ed emettevo suoni, null'altro. Ma la promessa di Dio alla quale avevo detto "No" si faceva strada e veniva concepita e generata in me, mentre in Elisabetta il miracolo della vita la rendeva madre. "Nulla è impossibile a Dio mi disse un giorno Maria,, la cugina di Elisabetta venuta da Nazaret . Un angelo, forse lo stesso Gabriele, le era apparso! Come abbia fatto a dire "Sì" senza paura, rimane per me un mistero, lo stesso nel quale vivo, vedendo il mio Giovanni che dorme placido tra le braccia di una sterile divenuta per grazia madre!
IL TESTIMONE: BEATO PIERGIORGIO FRASSATI Nasce nel 1901 a Torino in una famiglia della ricca borghesia: suo padre è Alfredo Frassati noto giornalista e la mamma è Adelaide Ametis affermata pittrice. In un periodo in cui Torino inizia a sviluppare le proprie industrie, Piergiorgio viene a conoscenza delle difficoltà degli operai. Entra in contatto con la povertà: durante il liceo comincia a frequentare le Opere di san Vincenzo. Amico di tutti, esprime sempre una fiducia illimitata e completa in Dio e nella Provvidenza ed affronta le situazioni difficili con impegno, serenità e letizia. Dedica il tempo libero alle opere assistenziali a favore di poveri e diseredati. Si iscrive a diverse congregazioni e associazioni cattoliche, si accosta con frequenza alla comunione. Fonda con i suoi amici più cari una «società» allegra che viene denominata «Tipi loschi», giovani attenti ad aiutarsi nella vita interiore e nell'assistenza degli ultimi. Muore di poliomelite fulminante il 4 luglio 1925.
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