Si è appena concluso il primo dei tre incontri di Pastorale familiare ed è stato un bel momento, per tutti. “La pace è finita … andate a messa”: il sottotitolo della relazione di Don Ciro Marcello Alabrese ha voluto essere qualcosa di più di un semplice gioco di parole: non una conclusione, quella frase fatta che tutti attendono alla fine delle celebrazioni, bensì, capovolgendone la prospettiva, un punto di partenza. Il cristiano che non avverta il senso di questo”inizio”, che non faccia esperienza del “nuovo” che incontra nella Parola, che non disponga l’animo a “ricominciare” alla luce del suo messaggio , è un cristiano che non apre il cuore allo Sconosciuto”. Cristo, lo Sconosciuto, è Colui che è capace di turbare, se solo lo lasciamo entrare; e il turbamento è fonte di vita. Con questi presupposti il relatore ci ha condotti nel vivo dell’eucaristia, presentando quello della celebrazione eucaristica come un movimento: che comincia da una “perdita” (Signore, pietà), discerne una presenza (la Parola di Dio), ci apre ad accoglierla (Credo), e ad entrarvi in comunione (Prendete e mangiate), infine ci invita a farcene missionari (Andate e annunziate); un turbamento, dunque, che diventa azione, nel quotidiano. Questa lettura dell’incontro tra noi e Cristo - paradigma perfetto di relazione - ha fatto da introduzione alla presentazione dello spazio familiare come luogo prescelto dell’esperienza di comunione, cui è conseguita una riflessione particolarmente attenta (proseguita il pomeriggio con lavori di coppia e di gruppo) su quello che rappresenta il momento conviviale. La tavola è emblema di umanizzazione, esperienza di libertà e di democrazia: tutti, grandi e piccoli, indiscriminatamente, qui imparano a parlare e ad ascoltare, oltre che a mangiare, e questo in piena condivisione, spezzando il pane tra compagni (dal latino cum- panis). E la tavola è, al tempo stesso, il luogo in cui impariamo che non di solo pane vive l’uomo, dal momento che in essa ci si nutre delle nostre parole, parole che raccontano le nostre vite, vite vissute in un giorno, alimento prezioso per la conoscenza reciproca. Proprio di questa tavola spazio di confronto, cerchio perfetto di unità ed uguaglianza (nel caso specifico cerchio effettivo, dal momento che tutti i tavoli erano circolari), abbiamo fatto esperienza immediata, al momento del pranzo condiviso. E ancor più ne ha fatta esperienza Don Ciro Marcello, seduto insieme ai bimbi figli dei presenti. Con loro egli ha infatti scambiato chiacchiere e opinioni, e da loro, dalle vive parole dei suoi piccoli commensali, le parole candide della fanciullezza, ha ricevuto informazioni interessanti su un cartone animato, I fantagenitori, di cui ha potuto comprendere subito, quasi sorpreso - come ha riferito poi -, l’importanza anche ai fini del suo lavoro di analisi sulle dinamiche familiari. Se non è democrazia questa…
Giusy Fontana
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