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02/02/2014 |
Categoria:
Notizie
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A proposito di VOCAZIONE ALLA TRASMISSIONE DELLA FEDE......
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A proposito di VOCAZIONE ALLA TRASMISSIONE DELLA FEDE......
OSTACOLI: Solitudine. La famiglia si ritrova da sola e da sola cerca la strada per portare avanti la sua azione educativa. Rispetto al passato in cui le famiglie si muovevano per così dire “in carovana”, grazie alla condivisione di valori e di finalità e metodi educativi, oggi la famiglia viaggia da sola con una sua rotta non sempre chiara, isolata dalla diversità di priorità e dal relativismo-individualismo che caratterizza anche la missione educativa. Poco tempo e ritmi frenetici. Non solo con riferimento ai genitori impegnati nel lavoro, ma anche con riferimento ai ragazzi che si ritrovano con giornate piene di impegni. Lo spazio per il dialogo, per la condivisione, per Dio diventa apparentemente irreperibile. Influenze negative. Il poco tempo porta ad una minore presenza dei genitori nella vita dei figli sia in termini quantitativi che qualitativi. In questa assenza trovano gioco facile le lusinghe dell’uso o abuso scorretto della televisione, dei social network, della tecnologia che da opportunità di crescita finiscono per divenire seminatori della cultura dell’egocentrismo, del relativismo, dell’edonismo. Crisi di coppia. Le situazioni conflittuali tra i genitori, oltre a far venir meno il clima di serenità, privano i figli di quella scuola fondamentale del prendersi cura, del condividere, dell’avere pazienza, del perdonare, dell’amare che deve essere la famiglia. Debolezza della fede. Genitori che hanno riposto Dio in un angolo della loro vita, non rappresentano di certo un buon concime alla crescita della fede che germoglia nei propri figli.
ELEMENTI FAVORENTI: Prendersi cura delle famiglie. Bisogna creare e favorire il più possibile percorsi e occasioni di condivisione e di confronto tra le famiglie al fine di ritrovare, alla luce della Parola di Dio, una rotta condivisibile e più chiara. Regalarsi il tempo. Saper rinunciare a qualcosa per darsi dei tempi sicuri per stare insieme in famiglia e con Dio, coscienti che non importa solo la quantità del tempo, ma soprattutto la qualità. Testimonianza dei genitori. Gli sposi sono chiamati a testimoniare l’amore e in primo luogo sono chiamati a farlo nella loro famiglia di fronte ai loro figli (dialogo, tenerezze, abbracci dopo i conflitti). Rispetto ai figli, i genitori sono pure chiamati a testimoniare l’amore a Dio (preghiera, fiducia nella provvidenza divina, partecipazione alla comunità ecclesiale e frequenza ai sacramenti). L’esperienza ci dice che la buona testimonianza non sempre sortisce i risultati che due genitori vorrebbero per i loro figli, ma rappresenta senza dubbio la migliore semina possibile. C’è poi un Padre più grande che conosce i tempi del raccolto. Sostegno dei ragazzi. La frequentazione della Chiesa non è di certo più un fenomeno di massa, soprattutto passata l’età dei primi sacramenti. Certe sensibilità, però, si trovano ancora tra i ragazzi. Vanno incoraggiate in sinergia tra famiglie, educatori e sacerdoti, Probabilmente in numero minore, ma non con minore autenticità e radicalità, i giovani possono essere ancora un segno di forte speranza nella Chiesa di oggi. Francesco e Marianna DI NARDO
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